La scorsa settimana, nel giorno del Capodanno Fiorentino è stato presentato il nuovo logo della ACF Fiorentina, realizzato da Futurebrand, cercando di coniugare tradizione e rinnovamento.
La Fiorentina mira a diventare un brand globale, cercando di puntare sui valori di unicità e storia di una società da sempre fortemente legata a una delle città più amate del mondo. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un brand orientato al futuro e che ambisce ad allargare la comunità di simpatizzanti e tifosi.
Come dice la stessa società nel suo comunicato ufficiale di presentazione: “La nuova immagine servirà ad accompagnare il Club in un futuro sempre più segnato da contesti phygital (l’integrazione totale tra mondo fisico e mondo digitale) e ad abbracciare e ispirare un pubblico digitale, ampio e globale.”
In una città legata storicamente alle tradizioni non è semplice far accettare e apprezzare una nuova proposta, pertanto il logo è stato accolto come prevedibile da molte polemiche, nonostante essenzialmente sia una rivisitazione di uno stemma storico, tra l’altro molto caro ai fiorentini dato che fu quello sulle maglie dei “Leoni di Ibrox” nella vittoria della Coppa delle Coppe nel 1961.
“La nuova forma esalta la struttura spigolosa e inconfondibile che ha sempre contraddistinto i marchi del Club e ottimizza la resa negli ambienti digitali che oggi richiedono elevata visibilità in spazi sempre più ridotti, oltre che la massima semplificazione di colori, scritte e forme.
Ad abbracciare e sostenere il giglio rosso è presente una “V” viola, bold e dalla forma regolare: l’iconico colore viola, che ovunque nel mondo unisce chi ama Firenze e la Fiorentina, finalmente ha un ruolo da protagonista nel logo del Club, a simboleggiare l’unione di tutti “I Viola”, in campo e fuori dal campo, la vera forza della Fiorentina. La V dei “Viola” è anche l’elemento architettonico identitario più valorizzato all’interno del Viola Park che sarà il luogo in cui la nuova visual identity del Club troverà piena espressione.”
Questa la descrizione che si può leggere sul sito ufficiale, da cui si coglie il progetto molto più ampio di un semplice rinnovamento del logo. Sostanzialmente questo è solo il primo pilastro di quella che viene definita corporate identity mirando a costruire una nuova identità visiva e di comunicazione, di cui si vedono i primi segnali nel Manifesto, ovvero l’affermazione dell’identità del Club, nel claim “Play to be different” (già diventato hashtag) che contraddistinguerà la comunicazione del Club.
A livello di progettazione il nuovo logo ha tutti gli elementi necessari per essere facilmente riproducibile e riconoscibile. La forma quadrata lo rende maggiormente adattabile a vari contesti e sfruttabile per creare pattern, i colori sono stati ridotti da tre a due seguendo anche un criterio di economicità di riproduzione. La sintesi del giglio, reso più geometrico e l’eliminazione delle lettere ACF, oltre alla netta separazione dei vari elementi, rendono lo stemma perfettamente scalabile e adattabile anche a dimensioni ridotte.
Tutto questo, unito all’annuncio di una nuova immagine coordinata a partire dalla prossima stagione, porta a guardare con positività al rinnovamento: il nuovo logo può piacere o meno, si può sempre fare di meglio e non è semplice cambiare il crest di una società storica, ma è necessario per un Club che punti a diventare un brand avere un‘immagine forte e attuale da proporre a livello globale.
